Siena, with its medieval reliquaries, including Saint Catherines skull and index finger, was the perfect setting in which to discuss the Jerusalem relic forgery trial that put archaeology in the dock. Here's an article on it, for you Italophiles.
FEDE, SCIENZA E FALSI ARCHEOLOGICI: NINA BURLEIGH E "UNHOLY BUSINESS"
SIENA. Nel 2002, un collezionista Israeliano rivelò l'esistenza di un ossario con un'iscrizione - "Giacomo, figlio di Giuseppe, fratello di Gesù" - che catalizzò l'attenzione del mondo accademico, scientifico e religioso: poteva trattarsi della prima prova archeologica dell'esistenza di Gesù. Ma dopo due anni, le autorità Israeliane lo dichiararono un falso - "la frode del secolo" - dando il via ad un'indagine che ha rimesso in discussione l'autenticità di centinaia di altri reperti dell'era biblica.
Prende le mosse da questa vicenda e la racconta dal punto di vista di due dei principali protagonisti, un detective e un archeologo, il libro Unholy Business: A True Tale of Faith, Greed and Forgery in the Holy Land (2008), che l'autrice, la giornalista investigativa e scrittrice statunitense Nina Burleigh, visiting artist del Siena Art Institute per il mese di novembre, presenterà a "StARTers - Assaggi d'arte" martedì 5 novembre alle 18 (via Tommaso Pendola, 37, Siena - ingresso libero).
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